Philippe Halsman, il mio grande interesse è la gente

"Per me, ogni ritratto è una sorta di dichiarazione sul soggetto che ho di fronte. Penso che le mie fotografie, dal momento dell'inquadrature fino alla stampa finale, devono essere concepite e controllate da me. La tecnica fotografica fa in modo che la mia 'dichiarazione' non sia debole e neanche casuale ma potente e chiara."

E' importante ricordare che una seduta di ritratti è una situazione estremamente artificiale. Sono molto poche le persone in grado di perdere subito il loro autocontrollo e di comportarsi di fronte alla macchina fotografica come se non ci fosse. Quasi sempre, il fotografo deve aiutare il soggetto a rivelare se stesso; in molte sedute ho capito che diventava molto più importante cosa dicessi piuttosto di quel che facessi con il mio apparecchio e le mie luci.

"Il mio grande interesse nella vita è sempre stata la gente. Un essere umano cambia continuamente nel corso della sua esistenza. Cambiano i suoi pensieri e i suoi stati d'animo, le sue espressioni e persino le sue fattezze. Ed eccoci arrivati al problema cruciale del ritratto. Se le sembianze di un essere umano consistono in un numero infinito di immagini diverse, quale di queste dovremmo cercare di catturare? Per me, la risposta è sempre stata: l'immagine in cui si rivela nel mondo più completo il suo aspetto esteriore ma ance la sua interiorità. Questo è un ritratto."

"Ogni faccia che vedo mi sembra nascosta - e a volte, fuggevolmente, riveli - il mistero di un altro essere umano. Catturare questa 'rivelazione' è diventato lo scopo e la passione della mia vita."

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